Oggi vorrei parlarvi di bullismo. Una forma di violenza fisica e psicologica, verso una persona più debole che non riesce a reagire, perché incapace di difendersi. Ci sono vari comportamenti violenti che definiamo come bullismo: offese, parolacce, insulti e apprezzamenti dispregiativi per l’aspetto fisico o il modo di parlare. Oltre questo anche il colore della pelle, l’etnia, la religione, l’orientamento sessuale e purtroppo anche le disabilità, diventano pretesti che fanno scattare le violenze. È diffuso soprattutto nell’ambito scolastico e di solito i ruoli sono ben definiti. Da una parte c’è il bullo che vessa una persona più debole, la vittima, che subisce i comportamenti violenti del bullo. Spesso il bullo non è una persona sola, ma è supportato da uno o più complici. Anche chi assiste a questi episodi e non fa nulla, si rende complice di tali comportamenti.
Con l’avvento di internet, il bullismo si è spostato anche sulle piattaforme virtuali, prendendo il nome di cyber-bullismo. In questi casi i bulli possono avvalersi anche dell’anonimia, per perpetrare i loro comportamenti. Gli atti più comuni ad oggi, sono i video postati su YouTube, Facebook e altre piattaforme. Nel cyber-bullismo, però, il gruppo di bulli si allarga ancora di più a causa della visibilità degli atti vessatori. Ad aggravare ulteriormente la situazione, c’è da considerare che su internet non ci sono orari. La vittima può subire tali comportamenti a qualsiasi ora del giorno, trovando difficoltà a trovare un posto sicuro nel quale rifugiarsi.
Altre forme di bullismo, sono il nonnismo in ambito militare dove i commilitoni più anziani se la prendono coi più giovani, il mobbing in ambito lavorativo tra capo e lavoratore. Anche nelle carceri il problema è presente, soprattutto tra carcerati, anche se a volte i bulli sono i membri della polizia penitenziaria. Luoghi, persone ed età differenti ma modi e azioni molto simili.
fonte Wikipedia
Non molto tempo fa lessi l’articolo che mi colpì particolarmente. L’articolo era relativo ad un ragazzo inglese di 15 anni, preso a pugni in pieno volto. Nella colluttazione si ruppero gli occhiali e le schegge delle lenti lo ferirono a tal punto che lo resero quasi reso cieco. Il ragazzo era già stato picchiato altre volte, aveva denunciato il fatto alla scuola, che non aveva purtroppo preso in considerazione il fatto. Ecco perché la scuola dovrebbe essere la prima ad occuparsi del grave problema, visto che la maggior parte delle violenze, avvengono nell’ambito scolastico.
fonte Newsner
Purtroppo queste cose non succedono solo all’estero, accadono anche qui. E’ successo anche a me. Quando ero più piccolo, precisamente quando ero alle scuole medie, un mio compagno di classe mi canzonava per il mio aspetto fisico. Io fin da piccolo sono sempre stato cicciottello e quindi goffo nei movimenti. Lui continuava a ridere di me, a prendermi in giro e cercava di coinvolgere anche i miei compagni. Fortunatamente sono riuscito a reagire e non mi son fatto coinvolgere, parlandone con i miei genitori che mi son stati vicini e mi hanno aiutato. Fortunatamente sono riuscito a dimenticare quei brutti momenti e spero non succedano più.
Credo che il bullismo sia una forma di violenza fisica e psicologica tra le più brutte, proprio perché avviene soprattutto a scuola, nel periodo in cui tutti gli adolescenti dovrebbero avere un buon rapporto, proprio quegli adolescenti che un giorno saranno persone adulte e dovranno educare i loro figli. Bisognerebbe capire perché il bullo si comporta così verso i suoi coetanei (e non solo a volte), potrebbero esserci problemi nella sua famiglia e magari sfoga questa rabbia verso le altre persone.
Bisognerebbe parlare con questi ragazzi, cercando di risolvere i loro problemi, cosa che purtroppo credo non succeda abbastanza. Per combattere questo fenomeno, credo ci vorrebbe più attenzione sia da parte dei genitori, sia da parte degli insegnanti, in modo da aiutare l’alunno a non fare queste brutte cose e a comportarsi meglio con i suoi compagni di classe. Con questo non voglio giustificare chi si comporta così, anzi, però a volte i problemi sono ben più radicati.
Non dimentichiamoci, infine, la vittima dei bulli. Spesso queste persone, non riescono a reagire e magari per vergogna di raccontare le loro storie o per la paura di non essere compresi, cadono in depressione, patologia tra le più comuni tra le vittime di bullismo. Anche il tasso di suicidi è alto, soprattutto tra gli adolescenti e soprattutto ai giorni nostri. Il bullismo, come dicevo prima, è una violenza sia fisica che psicologica.
Collaboriamo tutti quanti per sconfiggere questa piaga. Servono empatia, attenzione e soprattutto educazione!
rev. Alessandro