Nonostante sia già settembre e l’estate stia per finire, è sempre bello prendersi qualche giorno di vacanza per esplorare posti nuovi. Siano musei, spiagge o chiese, visitare piace a tutti. Per questo tutti dovrebbero farlo senza problemi o impedimenti. ARA Società Cooperativa Sociale dà la possibilità alle persone con disabilità di scoprire una piccola isola della Sardegna meridionale: Sant’Antioco. Vediamo dunque i cinque punti di interesse maggiori del territorio, dove ARA presta i propri servizi. Cosa vedere a Sant’Antioco?
Museo del Mare e della Navigazione
Il MuMa si inserisce nel quadro dell’offerta culturale dell’isola, in stretta connessione con un elemento fondamentale del luogo: il mare. I Maestri d’Ascia erano considerati dei professionisti di spicco all’interno dei vecchi cantieri navali, esperti nel progettare, costruire e riparare le imbarcazioni. La loro maestria consisteva nel saper adattare il ceppo di legno originale alla sua destinazione, sagomandolo con un attrezzo chiamato “ascia”. Questa tradizione sopravvive ancora oggi, con la costruzione di barche in piccole aziende a conduzione famigliare.
La missione del Museo è rivalutare il patrimonio culturale legato alla figura dei Maestri d’Ascia, valorizzandone l’eccellenza e conservandone la memoria. L’allestimento espositivo, ricavato nell’edificio che ospitava il mattatoio di Sant’Antioco, è un percorso esperienziale che racconta non solo la figura dei maestri d’ascia, ma anche la laguna. Esplora il mondo dei pescatori, la flora e la fauna delle zone umide, le saline, i fari e i semafori dell’isola, guardiani della navigazione sicura.
Dal 2015 ad oggi il piccolo museo è stato arricchito grazie alle donazioni spontanee di tante famiglie antiochensi che hanno voluto valorizzare oggetti preziosi appartenuti a familiari, trasformando il MuMA in un luogo di memoria della collettività. Il Museo è in continua evoluzione.
Basilica di Sant’Antioco Martire
Si tratta di una chiesa di origine bizantina, costruita tra V e VI secolo. È uno dei monumenti più antichi dell’intera regione. Prende il nome dal martire sepolto nell’area catacombale sottostante, nel 127 a.C.
Dalla prima costruzione molte modifiche sono state apportate alla struttura della chiesa, soprattutto dopo lo scisma del 1089, quando i monaci benedettini furono inviati in Sardegna con il compito di “occidentalizzare” il culto sradicando le tradizioni bizantine. Tra le varie modifiche, merito dei monaci è la totale intonacatura delle pareti, di cui però restano oggi solo dei frammenti.
Negli ultimi decenni i restauri sono stati numerosi e hanno riportato alla luce tesori prima nascosti, come una fonte battesimale in pietra e quattro sarcofagi. Le più recenti modifiche sono avvenute solo nel 2019 e il periodo dei lavori è durato quasi due anni. Oggi la basilica è aperta al pubblico.
Cosa vedere a Sant’Antioco: villaggio ipogeo
Il villaggio è costituito dall’insieme delle tombe scavate nella roccia e nel suolo di un’antica necropoli punica successivamente riadattate come abitazioni dalle genti più povere del luogo. Abitate sino agli anni sessanta, erano intonacate per prevenire l’umidità e consentire l’abitabilità.
Il villaggio originale è stato costruito alla fine del VI secolo a. C. In seguito al ritrovamento delle spoglie di Sant’Antioco, avvenuto nel 1615, il Vescovo tentò di porre fine all’abbandono dell’isola dovuto alle continue incursioni dei pirati. Così numerose famiglie decisero di trasferirsi, adattandosi a una vita povera. Se nei primi decenni si trattava di un adattamento provvisorio, poi si trasformò in stabile. La zona è conosciuta per questo con il nome di “Sa arruga de is gruttas”.
Dediti alla raccolta di tutto ciò che la natura offre spontaneamente gli autoctoni si recavano in campagna a raccogliere funghi, carciofini, legna per barattarli in cambio di beni di prima necessità. I gruttaius si occupavano della raccolta delle foglie di palma nana che, fatte essiccare durante l’estate, venivano poi intrecciate. Così potevano confezionare scope, borse, cordami e ancora oggi sono numerosi gli anziani che si occupano della produzione di questi manufatti intrecciati.
Le spiagge più popolari
Sant’Antioco è un’isola, dunque non è possibile non nominare alcune spiagge da visitare. In particolare, è necessario menzionare la costa su cui si affaccia la città vera e propria di Sant’Antioco, ovvero il lungomare Cristoforo Colombo. Una lunga fetta di lido percorribile per ammirare lo splendido mare sardo.
Altre spiagge molto famose e apprezzate sono leggermente più lontane dalla città, ma comunque raggiungibili in pochi minuti di macchina. Si tratta di Cala Lunga, Coaquaddus e Maladroxia. In particolare quest’ultima è considerata un gioiellino, caratterizzata da un lungo arenile di circa 500 metri di sabbia candida con tratti misti a ciottoli. Il colore dell’acqua, dal verde smeraldo al turchese, arricchisce lo spettacolo. Attorno alla spiaggia verdeggia la macchia mediterranea, interrotta solo da caratteristiche case colorate.
Cosa vedere a Sant’Antioco: Forte Su Pisu
Il forte è collocato nel punto più alto del paese di Sant’Antioco, con vista sulla laguna a est e sulla campagna con vigneti a Ovest. Fu edificato Nel XIX secolo come forte di difesa ma utilizzato una sola volta, durante l’ultima incursione barbaresca avvenuta nel 1816.
Un migliaio di pirati sbarcò nella spiaggia Is pruinis, attaccando con fuoco di copertura verso il Forte del ponte. Si diressero poi verso il paese arrivando fin sotto il Fortino che, dopo una giornata di resistenza, fu espugnato. Oltre alla morte di molti cittadini, l’invasione portò al saccheggio di numerose case e alla distruzione parziale del forte. Il suo abbandono durò fino al 1933, quando il commissario prefettizio ne ordinò il restauro.