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In questi ultimi anni l’inclusività sta diventando finalmente un tema caldo. Tra le minoranze spesso discriminate figurano anche le persone con disabilità, secondo l’OMS il 15% della popolazione mondiale. La compassione con cui sono state sempre guardate è sbagliata e deleteria. La società per fortuna sta cambiando, elaborando un approccio migliore per fornire loro risorse e mezzi per poter svolgere attività e sentirsi in grado di condurre una vita piena e felice.

È dunque necessario un cambiamento di percezione che crei un ambiente adeguato all’inclusione. Infatti nel mondo più di un miliardo di persone convivono con una disabilità, rappresentando la più ampia minoranza nella nostra società. Nonostante questo ancora molti sono i problemi che ostacolano la completa integrazione e la libera partecipazione alle attività quotidiane.

Tra di essi figurano le barriere architettoniche, ovvero elementi che impediscono o rendono difficoltosi gli spostamenti e la fruizione di servizi per persone con limitate capacità motorie. In breve: troppi punti di interesse non sono ancora attrezzati ad accogliere persone con disabilità poiché non ne hanno gli strumenti adatti. Vediamo dunque insieme le ragioni dell’importanza di luoghi di cultura inclusivi.

Luoghi di cultura inclusivi: ecco perché

Ogni anno, il 3 dicembre, viene celebrata la giornata delle persone con disabilità con l’intento di promuovere i diritti e il benessere di questo gruppo sociale. Non si tratta solo di una celebrazione: è fondamentale che si agisca in modo concreto per fornire risorse adeguate a tutti coloro che si trovano in una situazione di vulnerabilità.

Infatti la persona con disabilità semplicemente vede limitata la sua funzionalità in un determinato aspetto ma, con le risorse adeguate, potrebbe persino superare tali limitazioni. Come? Supporto e cure sono solo un piccolo aspetto dell’inclusione. È necessario portarle rispetto e darle la possibilità di avere le stesse opportunità degli altri. Sempre, non solo il 3 dicembre.

luoghi di cultura inclusivi
I luoghi di cultura, come i musei, devono essere progettati per l’inclusione

Il caso di Sofia Righetti

Ma analizziamo un esempio di discriminazione di cui si è parlato molto nelle scorse settimane. La protagonista è Sofia Righetti, campionessa paralimpica di sci alpino che sui social ogni giorno si batte per lanciare un messaggio di inclusività verso le persone con disabilità. Ai suoi 30mila seguaci ha raccontato un episodio spiacevole, che ha smosso il dibattito pubblico.

Lo scandalo riguarda il Giardino dei Tarocchi di Capalbio, celebre parco sculture realizzato da Niki de Saint Phalle. Righetti afferma di aver avuto sia problemi con il parcheggio per la mancanza di posti auto riservati, sia con l’accessibilità al luogo, pieno di scale senza alternative. Racconta l’umiliazione di essere stata trasportata dal fidanzato in braccio per buona parte del percorso.

Il grande problema è stata la comunicazione: come il Giardino dei Tarocchi, molti punti di interesse segnano sui propri siti di essere accessibili (almeno parzialmente) per persone disabili, nonostante ciò non risponda a verità. Righetti ha invitato i seguaci a scrivere recensioni negative, un modo per denunciare dal basso una situazione insostenibile di continua invisibilizzazione di categorie troppo spesso escluse. I commenti, sono presto stati cancellati.

Si riaccende il dibattito pubblico

La risposta del Giardino è arrivata pochi giorni dopo, sempre su Instagram. Oltre alle scuse, c’è anche la promessa di avviare indagini interne. Con un piccolo cavillo: alcuni ostacoli non potranno mai essere eliminati se non cambiando completamente conformazione e struttura del parco. Come è prevedibile, le critiche si sono moltiplicate: le persone con difficoltà motorie sarebbero quindi un peso, un intralcio, un problema per chi gestisce lo spazio?

Grazie a questo piccolo episodio si è riacceso il dibattito intorno al tema dell’accessibilità dei luoghi della cultura. È impensabile che le vacanze per le persone con disabilità debbano trasformarsi in un inferno. Pretendere gli stessi spazi e la stessa dignità di tutti gli altri individui non dovrebbe più essere un problema. Fior di leggi sono state promulgate con questo fine, come la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.

luoghi di cultura inclusivi
Sofia Righetti su Instagram

Luoghi di cultura inclusivi: come fare?

Dunque cosa fare? Se per la maggior parte delle persone un problema non sussiste, non vuol dire che non esista. Fondamentale è riconoscere il nostro privilegio e porci all’ascolto di chi denuncia situazioni cariche di rabbia e frustrazione. Ma per chi gestisce i beni culturali questo comportamento non è solo moralmente accettabile, ma anche legislativamente obbligatorio.

Da anni ICOM ha istituito una Commissione per l’accessibilità museale, che si occupa di ripensare le modalità di fruizione degli spazi della cultura, rendendoli accoglienti per tutte le tipologie di pubblico. Nell’attesa di cambiamenti strutturali occorre cambiare approccio al tema, rendendo prioritarie la comunicazione trasparente e l’accesso inclusivo ai luoghi culturali.

Il superamento delle barriere architettoniche è un tema da alcuni anni molto caro anche al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, che nel 2008 ha pubblicato le Linee guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale. L’accessibilità fisica, sensoriale e culturale sono infatti requisiti imprescindibili per rendere pienamente fruibili i luoghi della cultura a tutti i visitatori del patrimonio italiano.

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