Un po’ di storia
Carbonia è la mia città natale e nacque 58 anni prima di me, nel 1938, nel mezzo della II Guerra Mondiale. I ricordi di allora non posso averli, chiaramente, ma per fortuna ho ancora i miei nonni, che mi raccontano spesso di com’era la vita in quegl’anni. Situata nel sud-ovest sardo, è una città che gode di un clima mite per buona parte dell’anno, con estati calde (a volte caldissime) e inverni non troppo rigidi. Carbonia nasce nel periodo fascista, allo scopo di sfruttare le risorse carbonifere del territorio. Oggi la miniera è un museo visitabile, uno dei più importanti del Sulcis-Iglesiente, una storia recente forse troppo poco raccontata ma ben radicata.
Il territorio dove sorge Carbonia, però, ha una storia ben più antica, che risale fino al XIV secolo a.C.! Come in tantissimi luoghi della Sardegna, infatti, anche noi in città abbiamo il nostro Nuraghe, il Nuraghe Sirai. Senza dimenticare poi la presenza dei Fenici che, sempre nel quartiere di Sirai, ci hanno lasciato tracce del loro passaggio. Non sono certamente la persona più indicata per parlare di storia antica ma pensare che dove vivo io, qualche migliaio di anni fa, camminavano e vivevano dei miei coetanei, fa uno strano effetto e mette un po’ d’orgoglio.
Carbonia oggi
Posso parlarvi di Carbonia di come è adesso, di cosa ne penso, di come la guardo e la riesco a vivere con le mie disabilità. Carbonia è una piccola cittadina, tranquilla, con poco traffico e conta ormai meno di 30 mila abitanti. Una città giovane che vive principalmente delle industrie del Sulcis e del settore terziario. Con la crisi di qualche anno fa, molte industrie sono state chiuse (avrete sicuramente sentito parlare di Alcoa ed Eurallumina) e con esse tanti piccoli negozi anche nella mia città. Con le difficoltà economiche era quasi inevitabile che iniziasse un esodo verso regioni più ricche, o verso l’estero. Una di queste persone è mia sorella che, per trovare un lavoro, ha dovuto lasciare addirittura l’Italia e anche se a volte mi secca ammetterlo, sento la sua mancanza.
Nonostante queste difficoltà, tutti quanti fanno del loro meglio per andare avanti. Abbiamo un territorio bellissimo, ricco di storia e di bellezze. Spiagge incantevoli a pochi chilometri, boschi, pinete, campagna. Sicuramente è una città da visitare, nemmeno io ho ancora avuto modo di scoprirne tutte le bellezze. Come dicevo prima sono un portatore di handicap, soffro di crisi epilettiche da quando ero piccolissimo e nell’arco degli anni ho subito diverse operazioni al cervello che qualche strascico l’hanno lasciato. Ciononostante posso fare tantissime cose, anche se non tutte quelle che vorrei, e cerco di impegnarmi per farne sempre di più e meglio.
Vivo in un quartiere tranquillo, vicino casa c’è la bellissima pineta di Monte Rosmarino dove è piacevolissimo fare lunghe passeggiate immersi nel verde e da cui si può godere di un bellissimo panorama della città. Tempo fa non riuscivo a camminare e avevo bisogno di una sedia a rotelle. In quel periodo, purtroppo, non potevo andare ovunque. Carbonia ha un bellissimo centro abbastanza accessibile anche alle carrozzine, ma non tutto il territorio cittadino è così. Appunto, come dicevo prima, anche qui abbiamo i nostri problemi.
Carbonia, secondo me
La mia parte preferita di Carbonia è il suo centro, Piazza Roma. La piazza è stata rimodernata recentemente, rendendola quanto più possibile simile al progetto originario, con l’aggiunta di un’opera di Gio Pomodoro. E’ sede di varie manifestazioni in quasi tutte le stagioni dell’anno. Mi piace passeggiare durante le varie feste e le sagre, o anche quando non c’è così tanto movimento. Carbonia non è sicuramente viva e attiva quanto città più grandi come Cagliari, Roma, Milano, ma forse è proprio per questa sua tranquillità che mi piace tanto. Ho fatto diversi viaggi, sia di piacere che per visite mediche, ma ogni volta che sono lontano sento la nostalgia. E’ la mia città natale e nonostante i suoi problemi, con le sue bellezze, la sua pacatezza, dovunque possa andare, sarà sempre la città dove voglio stare che mi porto nel cuore.
rev. Alessandro